L’installazione nasce da un bisogno di riflessione sulla società contemporanea.
L’artista Danica Ondrej approfondisce sempre più l’indagine personale sull’universo femminile, punto fermo del suo lavoro, attraverso un’opera installativa che permetta al pubblico di attraversarla esaltando quel suo senso di evocazione, di parole gridate a bassa voce e che si insinuano nel ricordo e nella memoria collettiva.
Un’installazione composta da biancheria dipinta dall’artista che come panni stesi al sole e agli occhi di tutti, si mettono in mostra per riscoprire e riappropriarsi di quel senso di familiarità e di solidarietà, che nella frenesia del contemporaneo, soffre di nostalgia.
Linee sottili che collegano una quotidianità casalinga ad un’altra, ma che non esprimono più quel legame rappresentativo di un’esperienza collettiva del fare quotidiano. Danica Ondrej vuole riportare in scena quel filo di solidarietà che univa le donne della sua precedente generazione, in terra slovacca, per inserirle nella sua nuova generazione e nella metà italiana, con l’intento di ricreare quel filo, che le unisca di nuovo attraverso un rinnovato affetto.
KARIMA RUZZI